ANATOMIA DELL’ARTICOLAZIONE TEMPORO-MANDIBOLARE

Inserito il 05/12/2013
  • Dr. Fabio Ferretti
  • Libero Professionista Livorno




Le articolazioni temporo-mandibolari costituiscono due settori anatomici funzionalmente dipendenti tra loro, con le altre strutture anatomiche della bocca ed addirittura con tutta la catena dell’apparato locomotore.
 
 
                                                                                    
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\"\\"\\"\" \"\\"\\"\" La preventiva radiografia assiale del cranio con proiezione sub-mento-vertice serve alla localizzazione dei condili mandibolari ed alla valutazione della loro angolazione al fine di una perfetta centratura del raggio incidente durante l’effettuazione dell’esame stratigrafico. Le informazioni che otteniamo mediante la stratigrafia sono pressoché identiche a quelle segnalate al riguardo della transcraniale obliqua con craniostato, nel mentre che la dose assorbita dal paziente risulta maggiore rispetto ad essa. Non più accettato da un punto di vista radioprotezionistico.

 
fig 1
TC volumetrica
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TECNICA RADIOGRAFICA TC
 
Nelle patologie disfunzionali delle articolazioni temporo-mandibolari le proiezioni radiografiche che sono più conosciute sono quelle che derivano dalla radiologia convenzionale (radiografia transcraniale obliqua, proiezione di Clementschitsch, stratigrafia a.t.m.) e cioè:
- Proiezione sagittale (visione del condilo di lato)
- Proiezione coronale (visione frontale del condilo)
La tomografia computerizzata (chiamata anche TAC o tomografia assiale computerizzata) fornisce immagini assiali (trasversali) con cui gli stomatologi hanno meno confidenza. Fortunatamente oggigiorno esistono software di ricostruzione nelle tre dimensioni spaziali che forniscono immagini molto definite qualitativamente, più consone allo scopo. 




Perpendicolari all’asse lungo del condilo (fig. 4)
Parallele all’asse lungo del condilo (fig. 6

Sarà il programma stesso che, rielaborando i parametri immessi, fornirà immagini seriate (riferite alle “fette” selezionate) delle a.t.m., fra le quali saranno scelte le più significative oppure potranno essere stampate in toto. Il software permette anche misurazioni lineari od angolari nonché la valutazione della densità ossea.

 

\"\\"\\"\"fig. 7    
Premesso che la TC come già detto presenta ampie possibilità diagnostiche nel campo dei traumi, delle malformazioni e delle neoplasie, in questa sede verrà limitato il campo alle sole potenzialità diagnostiche nelle patologie disfunzionali. Già nel valutare le sezioni assiali native (scelta della sezione dove sono apprezzabili simultaneamente i due condili) dallo scan radiologico

\"\\"\\"\"fig. 9
comportanti asimmetria facciale.
Dopo il post-processing delle immagini assiali si otterranno set di immagini in sezione sagittale e coronale dei due lati a bocca chiusa ed a bocca aperta.
Dalla valutazione delle sezioni sagittali si possono ottenere numerose informazioni:
ANATOMIA CONDILO-FOSSA
A bocca chiusa
Posizione del condilo nella fossa spesso infatti è posteriorizzato nei casi di 
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eminenza articolare anteriore. Se questo non avviene à si sospetta dislocazione anteriore del menisco senza ricattura in apertura. (fig 10)
Se invece il movimento del condilo è molto aumentato si sospetta iperlassità ligamentosa.
Le sezioni coronali sono complementari nella diagnosi e vi si possono trovare tutti i segni già descritti nelle altre sezioni.Interessante è la valutazione della  posizione del condilo nella fossa: infatti se il condilo appare mesializzato è da sospettarsi una dislocazione laterale del menisco mentre se esso è lateralizzato
Nonostante tutto ciò, oggigiorno nelle patologie disfunzionali dell’articolazione temporo-mandibolare la tomografia computerizzata non risulta essere esame di prima elezione, vista la dose di radiazioni a cui deve essere sottoposto il paziente, dovendosi sempre far riferimento in prima istanza alla Risonanza Magnetica.
 


\"\\"\\"\" Con la Risonanza Magnetica noi invece potremo arrivare ad una diagnosi diretta cioè alla visione diretta della posizione, della anatomia anche patologica e della funzionalità del disco). Tutto questo senza uso di radiazioni ionizzanti, senza mezzo di contrasto e senza documentati effetti collaterali da alto campo magnetico. Un sistema RM include un magnete, un trasmettitore di RF e bobine riceventi nonché un computer. In un sistema RM, il paziente giace su un lettino immerso all’interno di un campo magnetico. Il campo magnetico omogeneo di forte intensità ha direzione da sud a nord ed intensità Bo rappresentato dal vettore. L’acqua costituisce il 70% del corpo umano: è nel sangue, nei tessuti, negli organi. La molecola dell’acqua è molto semplice poiché è composta da due atomi di idrogeno ed uno di ossigneo. L’atomo ha un nucleo composto da neutroni e protoni con carica +. Il più piccolo atomo è quello di idrogeno, che è anche il più comune elemento nel corpo umano ed ha la più alta sensibilità alla risonanza magnetica. La tecnica è basata sulla proprietà dei protoni di idrogeno per cui essi ruotano intorno al proprio asse similmente ad una trottola. Questa proprietà genera un piccolo campo magnetico attorno alle cariche elettriche in movimento e quindi un DIPOLO con un nord ed un sud, una direzione ed una grandezza.
Comunque, anche per quanto riguarda il T2 vale lo stesso discorso di prima. Ogni tessuto ha un T2 diverso.
LA RISONANZA MAGNETICA DELLE ARTICOLAZIONI TEMPORO-MANDIBOLARI
 
Le ridotte dimensioni delle a.t.m. rendono difficoltoso l'imaging RM per cui si impongono alcune caratteristiche di ottimizzazione:
- Alto campo magnetico (meglio se 1,5 Tesla) perchè si riducono i tempi per l'esame e questo è importante nei pazienti ansiosi o quelli che hanno dolore specie nelle scansioni a bocca aperta.
- Bobine di superficie a.t.m. dedicate perchè quelle universali per la testa danno degradazione dell’immagine

PROTOCOLLO RM (TECNICA)
Uno studio completo delle a.t.m. richiede:
Sequenza scout possibilmente nei 3 piani
Sequenze assiali di centraggio
Sequenze sagittali a bocca chiusa pesate in T1 o in Densità Protonica
Sequenze sagittali a bocca chiusa pesate in T2 con soppressione del grasso
Sequenze coronali  a bocca chiusa pesate in T1 o in Densità Protonica
Sequenze sagittali a bocca aperta pesate in T1 o in Densità protonica
 
SEMEIOTICA RM DELLE A.T.M.
Il denso osso della corticale del condilo e della fossa glenoidea dà un bassissimo segnale (nero)in tutte le sequenze.
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1) MORFOLOGIA E RAPPORTI CONDILO-MENISCO-FOSSA ARTICOLARE
Progredendo la patologia, il menisco, a bocca chiusa, si anteriorizza e rimane al davanti (magari associato a protrusione mediale o laterale). Con la Rm a questo punto è possibile studiare la cinematica eseguendo scansioni a bocca aperta: potrà vedersi il menisco ricatturato o meno, a seconda dello stadio della patologia.
\"\\"\\"\" 2) VERSAMENTO ARTICOLARE
Una caratteristica importante della RM, più che in tutte le altre tecniche di diagnostica per immagini, è l’alta affinità per i fluidi corporei, e ciò è dovuto alla estrema versatilità di cambiamento dell’immagine a seconda del cambiamento dei parametri di acquisizione.
Le strutture dell’a.t.m., come tutte le altre articolazioni, rispondono ad un insulto flogistico con essudazione; orbene, anche se questa è di modesta entità, essa può essere riconosciuta in particolari sequenze con pesatura in T2 e soppressione del grasso.
E’ ovvio che, la possibilità di sapere se c’è versamento intra- o peri-articolare, che tra l’altro sembra direttamente associato a dolore locale, sarà di basilare importanza per il clinico.
 

3) TROFISMO DELL’OSSO SPONGIOSO E DELLA CORTICALE
La conoscenza della semeiotica RM è di base per poter discernere nell’ambito delle strutture ossee, quelle compatte della corticale (bassissimo segnale RMànero sia in T1 che in T2) da quelle spongiose (intenso segnaleàbianco in T1 ed intermedio in T2). Come già detto precedentemente, l’alta affinità Rm per i fluidi permette il riconoscimento anche di piccoli segni (come ad esempio l’edema della spongiosa ossea del condilo), che possono acquistare una importanza diagnostica nel quadro di un internal derangement in evoluzione artropatica: infatti anche in questo caso nelle sezioni pesate in T2 la spongiosa ossea del condilo darà un intenso segnale bianco, anziché intermedio come di norma.
Negli stadi di franca artropatia a.t.m. saranno altresì evidenziabili tutti i segni ben noti dalla radiologia tradizionale:
-          appiattimento dei capi articolari
-          osteofiti
-          necrosi ossea
-          distruzione      

 
4)      ANATOMIA E TROFISMO DEL MUSCOLO PTERIGOIDEO LATERALE
Le disfunzioni dell’a.t.m. si estrinsecano con patologia muscolare da sola od associata a disfunzione meniscale. I muscoli masticatori ed in primo luogo lo pterigoideo laterale, sono bersaglio primario delle malocclusioni dentali che provocano, in varie modalità, l’asimmetria nella funzionalità delle a.t.m., e quindi del tono dei muscoli masticatori, che a lungo andare rispondono con contratture su base infiammatoria, edema ed alterazioni del trofismo muscolare.
E’ ancora la RM che può rilevare questi iniziali segni disfunzionali poiché essa dà una perfetta iconografia del muscolo pterigoideo laterale coi suoi due capi (il superiore e l’inferiore).
Si possono apprezzare:
-          l’edema nelle sezioni T2 pesate con soppressione del grasso, semeioticamente rilevabile come sottili strie di iperintensità di segnale fra le fibre dei capi muscolari
zone di atrofia possono essere rilevate come ampie aree di infiltrazione adiposa (segnale intenso nelle pesature in T1 o Densità protonica) nell’ambito dei capi muscolari, peraltro ridotti in volumetria

 
5)      CONDIZIONI DELLA ZONA BILAMINARE E DEL TESSUTO RETRODISCALE
La zona bilaminare o tessuto retrodiscale della a.t.m. è stata recentemente messa in luce da vari Autori.
Da studi RM in Densità protonica a bocca aperta è stato dimostrato che durante l’apertura della bocca la lamina superiore si allunga e resta a contatto della cupola della fossa glenoide. La lamina inferiore è visibile in minore misura rispetto alla superiore e si attacca al profilo posteriore del condilo mandibolare.Nello spazio lasciato vuoto dal condilo (il cuscinetto retrodiscale) si viene a creare un ingorgo vascolare venoso; infatti il tessuto retrodiscale consiste principalmente in connettivo lasso fatto di fibre ed elastina e include un ampio plesso venoso.Il tessuto retrodiscale è ben visibile in RM ATM nelle sezioni parasagittali a bocca aperta pesate in proton density o in T1: in tali acquisizioni presenta un segnale brillante rispetto alla banda posteriore del menisco ed alla zona bilaminare questo dovuto al ricco pattern di tessuto adiposo ed alla ricca vascolarizzazione.E’ stato dimostrato inoltre che, maggiore è l’apertura buccale (quindi maggiore è l’avanzamento condilare) più chiaro risulta il segnale RM e questo è spiegabile con la cosiddetta funzione di pompa sanguigna del tessuto retrodiscale, tale che quando il condilo muove in avanti, il tessuto connettivo elastico si stira ed espande gli spazi interni del plesso venoso, aumentando l’apporto sanguigno. Quando il condilo ritorna indietro, crea pressione per cui il sangue viene espulso dal plesso. Negli stadi iniziali di “internal derangement” dell’ATM l’anormale movimento del menisco e quindi delle lamine della zona bilaminare crea secondariamente uno stato di iperemia del tessuto retrodiscale; è stato dimostrato che in tali casi, specie se accompagnati da dolore articolare, il tessuto retrodiscale presenta un certo incremento di segnale nelle sequenze pesate in T2 a bocca aperta. 

 
6) L’UTILITA’ DELLA RM NELLA GESTIONE CLINICA DEL PAZIENTE DISFUNZIONALE
L’imaging RM dell’a.t.m. ha assunto preponderante importanza nella diagnosi e gestione clinica del paziente disfunzionale nel:
- Rilevare una patologia non sospetta
- Confermare una patologia sospetta
- Valutare lo stadio della patologia
-Valutare l’effetto del trattamento
Il clinico, con l’RM può ormai conoscere la posizione del menisco e la sua eventuale ricattura, ed in tal senso la letteratura scientifica ha studiato a fondo il problema e stabilito varie classificazioni dell’internal derangement sulla base dell’imaging ad RM. Fondamentalmente, da un punto di vista prognostico e terapeutico, si possono riconoscere entità nosologiche RM:
1- Dislocazione anteriore o posteriore (rarissima) del menisco
2- Dislocazione mediale o laterale del menisco
3- Dislocazione antero-mediale od antero-laterale (dislocazioni rotazionali del menisco)

A seconda se a bocca aperta il menisco viene ricatturato o meno saremo di fronte a:
1- Dislocazioni con ricattura
2- Dislocazioni senza ricattura
E’ evidente che il clinico si troverà facilitato nel decidere la terapia potendosi avere una 
tudor replica estrema variabilità di situazioni di possibilità terapeutiche a seconda del rilievo RM:
- Assenza di dislocazione ma presenza di segni RM di interessamento muscolare o di versamento articolare (si consideri anche la possibilità di etiologia traumatica)
- Presenza di dislocazione con ricattura del menisco
- Presenza di dislocazione senza ricattura del menisco
- Presenza di segni RM di artropatia 
Su tali basi e sulle indubbie prospettive di miglioramento delle apparecchiature e delle sequenze è ipotizzabile il futuro aumento di richieste di esami RM delle articolazioni temporo-mandibolari nei reparti di radiologia, la necessità di personale specializzato in tal senso e la interdisciplinarietà fra radiologo e clinico.repliche orologi
 
DR. FERRETTI FABIO
Specialista in Odontoiatria (perfezionato in Ortodonzia)
Specialista in Radiologia
Ospedale Civile Livorno – Unità Operativa di Radiologia – Viale Alfieri 37 – 57100 –Livorno
Studio Odontoiatrico in Via Roma 6 – 57100 – Livorno
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Email: fferretti@nord.usl6.toscana.it

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